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martedì 18 giugno 2024

Appunti: il sostenibile rinunciare.

Capoccia Marco Architetto - Il dilemma

Tra l’immaginazione e la soddisfazione c’è il progetto.

La missione e la condizione d’incarico di un architetto (sez. A o master) è di migliorare la qualità della vita locale e globale per mezzo del progetto e della realizzazione di un’opera sostenibile che,

civiltà vorrebbe, fosse partecipata  localmente a mezzo di referendum: propositivo e consuntivo.

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In estrema ratio,

ci sono delle priorità professionali imprescindibili che possono portare l'architetto alla rinuncia dell'incarico;

infatti, 

stante sia accettabile ed auspicabile per

la tecnica imprenditoriale riferire,

la "qualità del prodotto o servizio",

alla procedura che nel minor tempo e con il minor spreco di risorse risponde alla richiesta (massimizzazione del tornaconto) perché, anche nel caso in cui risulti un prodotto:

inefficace, erroneo o parziale la colpa non sarebbe del produttore, 

non lo è

quando la qualità del prodotto o servizio attiene l'architettura;

pertanto,

contrastare la decadenza per un architetto può constare la rinuncia dell'incarico o del gareggiare in bandi contrattualmente e/o tecnicamente insostenibili: per errori, incuria o lottizzazioni procrastinanti, ad esempio, la manutenzione del costruito e/o lo smontaggio alla fine del ciclo di vita del fabbricato per riciclarne i materiali. ,,,, Eccetera, eccetera, eccetera,, .

Insomma,

l'architetto "non potendo non sapere" (non come il tecnico) deve esser capace di rinunciare all’incarico fin quando accerti soddisfatte, anche le condizioni di contorno, necessarie a "produrre", con l'architettura e l'urbanistica, quella qualità ambientale, paesistica e culturale locale di vitale importanza per la resilienza globale.

  

Viva la vita e la buona architettura.


Capoccia Marco Architetto - Il ripensamento

P.S.: quasi mai sono sufficienti:

avvocato, assicurazione R.C. professionale e sigle più o meno green

per praticare una qualità che superi l'inefficacia e/o le carenze di un capitolato d’appalto e/o di un  contratto, che

stante la pubblica semplificazione obbliga tutti allo stesso errore, per poi, sommariamente, campionare con prassi giustiziera la salvaguardia di alcuni versus altri.



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