Capoccia Marco Architetto |
Tangendo A. L. Lavoisier:
il giorno, come la massa reagente, non si crea né distrugge, ma:
trasformandosi ci trasforma;
le reazioni generate, anche, dalle antropizzazioni trasformano la vita in ragione della resilienza terrena, pertanto tutto concorre ad estinguere per evolvere;
ciò premesso, pur non considerando:
il ciclo di vita, la sick building syndrome e gli effetti del precedente sull’uso successivo,
la conservazione e/o la restaurazione che non trasformano (con demolizioni e ricostruzioni) le aree urbane, accelerano, l'estinzione o la resilienza della vita umana?
A proposito del moderno:
è plausibile considerare lo stadio per il calcio (ed altre attività sportive) un’opera di interesse culturale?
Stante possa essere accettabile considerare, l’unicum costituito dai supporters, il loro establishment coreografico e lo stadio un patrimonio della locale cultura popolare, non potrà esserlo qualora l’arena divenga inagibile.
Considerando inoltre, che è possibile disassemblare le travi, i pilastri e le mensole (prefabbricate in situ e non) ovvero l’intera opera del moderno ingegno italiano, applicato al progetto per la costruzione di uno stadio:
sarà meglio conservarlo quale monumento inagibile, oppure esporre le sue parti strutturali, anche in più musei od altri spazi pubblici, ri-usandole per sostenere la mera arte tecnica scaturente dalla loro originalità?
Infine, al riguardo dell’inclusione:
è approvabile, qualora non generi la clausura in un ambito anche confortevole;
pertanto, essendo un fautore del comprendere, aderisco all’inclusione generata dal l’Universal Design che emancipa la persona col fine di liberarne la sua responsabile autonomia.
Concludendo porgo al lettore un’ulteriore provocazione:
per superare le barriere (limiti, confini) sarà necessaria un'altra rivoluzione, fascista, come quella che fu propedeutica per la costituzione repubblicana?
Buona vita.
P.S.: Caratterizzare un luogo in ragione della sua vocazione storico-culturale per farne l’immagine di un URBAN CENTER - PORTA DELLA COMPRENSIONE, consta anche, far considerare all’autorità pubblica che, ad esempio, una località costiera (peninsulare o insulare) è naturalmente portata ad ospitare anziché respingere, concentrare e smistare ciò che non è merce.
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