Brevemente,
è un dovere degli uffici urbanistici delle città metropolitane (in primis) valutare l’effetto dell'impatto sismico sull’antropizzato col fine di stabilire le priorità d'intervento (demolizione e ricostruzione, consolidamento, restauro), del fabbricato?
Ovvero:
per una maggiore salvaguardia pubblica dal rischio sismico è necessaria pianificare le priorità degli interventi antisismici, oppure è sufficiente, come di consuetudine per l’inquinamento, installare rilevatori, inibire, zonizzare, evacuare ed esercitare finanza incentivando, una prevenzione “sui generis”?
Concludendo:
il parlamento nazionale, le regioni, i consigli comunali e le citta metropolitane, potrebbero essere responsabili d'incuria, nel merito della salvaguardia della pubblica incolumità, qualora non obblighino a pianificare e pianifichino (ognuno per le sue competenze) le priorità antisismiche con relazione all’agibilità normata?
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